mercoledì 8 luglio 2009

STAMPA DA NON PERDERE


Il boomerang del G8



Sta accadendo tutto assieme, con una precisa dinamica, che solo la nebulosità di parte della stampa italiana non riesce a vedere. Quello che si ripete da quasi un mese, che siamo vicini a una scossa che creerà un problema istituzionale e serie difficoltà al premier Silvio Berlusconi, è del tutto evidente. E non si tratta dell'ennesima intervista, all'ennesima ragazza barese e zone limitrofe, che ci tocca leggere quasi ogni giorno. E neppure le dieci domande al premier che servono assai a poco.Procediamo, con ordine, e a ritroso. Intanto: la questione morale è importante nella caduta libera di Berlusconi, ma non è determinante. I vescovi hanno attaccato indirettamente il premier, il mondo cattolico è in parte disgustato, ma tutto questo non basta ancora a metterlo in difficoltà. Se poi usciranno dettagli e fatti ancora più imbarazzanti sarà tutta un'altra storia. Leggere la caduta libera di Berlusconi associandola alle storie di villa Certosa e di Casoria, è un errore. La crisi di Berlusconi è una crisi di sistema infinitamente più grave. Sta innanzi tutto nella capacità che ha avuto di trasformare un paese con un ruolo internazionale autorevole, in un paese privo di peso, e incapace di svolgere il suo ruolo internazionale in un modo serio e rigoroso.Quello che ha scritto il "Guardian" sul G8, smentito da Frattini, è sicuramente vero nella sostanza, indipendentemente dal fatto che gli sherpa si siano riuniti per il G8 o per il G20. Mancanza di progettualità, totale improvvisazione, e un'agenda poverissima fa riflettere sul fatto che siamo nel G8 senza meritarlo affatto. Senza avere più il know how sufficiente. Questo è una cosa chiara a tutti. E non è un caso che qualcuno, leggi in primis Obama, voglia sostituirci con la Spagna. Forse nessuno lo ha ancora detto ufficialmente ma il nostro ministro degli Esteri non può non sapere che negli ambienti della diplomazia internazionale se ne parla, e ormai da qualche mese.Ieri Obama e Medvedev hanno siglato un accordo storico. Costretti a farlo a Mosca, per evitare l'invadenza fuori luogo di Silvio Berlusconi. La visita negli Stati Uniti di Berlusconi è stato poco meno di un tè frettoloso, e privo di qualsiasi importanza. In compenso importante era invece la visita, sconcertante per gli osservatori internazionali e italiani, del colonnello Gheddafi. E soprattutto fortemente imbarazzante la quantità di affari che Gheddafi farà con l'Italia. In primis con Finmeccanica, che ha un ruolo strategico e militare noto a tutti.Ora, una cosa è chiara. L'amministrazione Obama, non considera Berlusconi né un amico, e tantomeno un partner affidabile. Esattamente l'opposto di quanto faceva Bush. Ma soprattutto gli altri membri del G8 considerano l'Italia un paese che non ha più i numeri, quelli veri, quelli economici, oltre a quelli culturali, per stare tra i paesi che nel mondo contano davvero. Su questo tessuto politico, economico e culturale si innesta tutto l'armamentario delle feste, delle fotografie, della rivalità con Murdoch, che ovviamente non può che augurarsi la caduta di Berlusconi. Se Berlusconi non fosse responsabile diretto della decadenza e del ridicolo in cui è scivolato il nostro paese, probabilmente le sue feste con "Meno male che Silvio c'è", rimarrebbero qualcosa di sgradevole e poco più. Il punto è che Villa Certosa, feste e compleanni di minorenni, sono il corollario di un modo di muoversi sullo scenario internazionale che lascia fortemente perplessi.Così questo G8 di Coppito rischia di diventare un boomerang per il governo come non ce ne erano mai stati. E non perché potranno uscire fotografie di paparazzi, ma sarà palese tutta la nostra inconsistenza. Se così sarà, come è probabile che sia, i conti si faranno presto.

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