mercoledì 29 luglio 2009

VERSO IL CONGRESSO




Il Direttivo del Circolo di Paratico si è riunito il 28 Luglio per un ultimo incontro prima della pausa di Agosto.
Il lavoro sul sito continuerà anche per il prossimo mese dove l'impegno sarà legato oltre che all'aggiornamento del Blog, alla creazione del nuovo sito Internet.

Un gruppo ristretto lavorerà sul Congresso per l'organizzazione dell'Assemblea congressuale che è già stata fissata per

DOMENICA 13 SETTEMBRE ALLE ORE 10.00



Per Settembre si procederà anche alla suddivisione dei compiti che riguarderanno la specializzazione di alcuni componenti del Partito nelle tematiche di interesse comunale.
( Ambiente,Urbanistica,Edilizia,Servizi Sociali, Cultura,Attività ricreative).
IL SEGRETARIO SCRIVE
Riportiamo come anticipazione la lettera che giungerà agli iscritti in questi giorni e una riflessione,crediamo utile a tutti, sulle elezioni comunali e sui compiti della politica. Come sempre disponibili al contributto di tutti.






Circolo di Paratico
Agli iscritti del Circolo



Caro iscritto, è passato ormai più un mese dalle elezioni che ci hanno visti impegnati sia sul fronte nazionale che su quello del nostro paese. Il Direttivo ha analizzato il voto e ne ha tratto alcune conclusioni.
In termini assoluti siamo passati dai 495 voti delle politiche del 2008 ai 359 delle Europee 2009. In termini percentuali siamo scesi al 13.65% contro il precedente 18,67.
L’analisi dei flussi è in linea con l’andamento nazionale e vede la fuoriuscita di voti verso L’Italia dei valori, i radicali e la sinistra radicale.
Alle elezioni comunali il grande sforzo fatto a portato in Consiglio Comunale Bianchi Paolo con 56 preferenze, mentre Sacchini Marco e LIborio Leda sono rimasti esclusi rispettivamente per 2 e 3 preferenze.
Bianchi Paolo è quindi il nostro rappresentante in Consiglio ed è il punto da cui possiamo, vogliamo e dobbiamo ripartire.
Un grazie agli iscritti che si sono adoperati per loro e un grazie ai nostri tre ragazzi che molto si sono impegnati in queste elezioni con passione e dedizione .Rappresentavano il Partito e hanno avuto il coraggio di provare.
Non era facile presentare tre volti nuovi ma era assolutamente necessario .
Adesso ci attende l’impegno futuro che ci vedrà attivi su tanti fronti a partire dal percorso congressuale che partirà già da questo Luglio e di cui sarete presto informati.
Il lavoro in Consiglio Comunale, un nuovo sito web che riporti le informazioni sul Comune, sulla politica nazionale e diventi uno spazio di confronto utile al paese, la ricerca di una sezione che possa diventare la “nostra casa politica”, le proposte del programma del Circolo di Paratico del PD, i compiti specifici da attribuire ai componenti del direttivo e a chi voglia darsi da fare. Tante cose a cui appassionarsi per rendere il Partito vivo e attivo a Paratico.
Ricordo a tutti che sarà possibile partecipare ai lavori del congresso solo a chi risulterà iscritto al 21 luglio 2009. Per il mese di settembre sarà convocata l’assemblea congressuale a Paratico e ci potremo incontrare e confrontare.
Un saluto e di nuovo un ringraziamento a tutti
Il Segretario
Boni Tiberio



“ Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.”… per Leda,Marco e Paolo che ci hanno provato..


....ULTIME RIFLESSIONI .....


Cosa ci hanno consegnato le elezioni comunali del 2009.



Nel fronte dell’opposizione la risposta sembra semplice. Per 5 anni l’opposizione consiliare a Paratico non ha trovato il bandolo della matassa per attuare il suo compito: sorvegliare l’operato della maggioranza che amministrava e proporsi alla cittadinanza con un lavoro di preparazione alla tornata elettorale.


Niente di tutto questo si è verificato.


Dimissioni di Consiglieri eletti,assenze ripetute ai Consigli comunali, divisioni interne che hanno evidenziato come la squadra presentata rispondesse ad un cartello elettorale ma non ad un progetto politico.
Nulla l’attività sul territorio, nessun segnale di vita pubblica, giornalini, manifesti, assemblee. Con questo terreno alle spalle,derivato anche da anni in cui il centro destra a Paratico tutto aveva fatto tranne che costruirsi una classe dirigente, il listone messo insieme per le elezioni non aveva speranze.
Nomi nuovi che non avevano un percorso riconosciuto alle spalle,alcuni nomi riciclati dal passato,una spruzzata di politica nazionale che mal si incastrava con la realtà di Paratico,un programma estremamente generico e superficiale e infine un candidato che metteva in luce come il centrodestra non fosse in grado di produrre nomi e iniziativa politica a livello locale.


Tutto questo condito da una campagna elettorale piuttosto blanda ha condotto al 37,3% dei voti.


A fronte di questa compagine,ricca di mezzi ma piuttosto raffazzonata, si contrapponeva l’organizzazione di Paratico Futur@.


La lista di maggioranza forte di 10 anni di Amministrazione ha dimostrato di aver ben oliato i meccanismi del consenso elettorale.


l giro delle preferenze ha raggiunto in questa occasione il numero di 1120 su 1696 votanti : su 100 elettori 66 hanno espresso una preferenza, una cifra altissima.


Se verifichiamo le preferenze distribuite fra i candidati più affini al nucleo di Paratico Futur@ vediamo un discreto equilibrio che testimonia la suddivisione razionale del consenso.


IL PARTITO DEMOCRATICO ha presentato 3 giovani che garantiscono il futuro e su di loro il Partito ha investito. In Consiglio Comunale è approdato Bianchi Paolo con 56 preferenze Sono rimasti fuori dal Consiglio Sacchini Marco (per 2 preferenze) e Liborio Leda (per 3 preferenze).

Cosa consegnano dunque queste elezioni.


Per la lista civica Vivere Paratico la consapevolezza che tutto è ancora da costruire partendo da alcune considerazioni che dettano i numeri.
Nonostante la oggettiva debolezza della proposta politica il centro destra ha raccolto il 10% in più dei voti del 2004.
La distanza in percentuale con Paratico Futur@ è di 22 punti contro i 43 della precedente tornata
Gli eletti in Consiglio comunale fanno capo al PDl e all’Unione di Centro. Non sono stati eletti i candidati di area leghista.
Vivere Paratico ha raccolto buona parte del voto dei nuovi residenti nel seggio 3 dove maggiormente si avvicina alla lista avversaria e recupera voti anche al seggio 2 del centro paese.
Tra schede bianche, nulle e non votanti 660 elettori non si sono espressi: il 20% dell’elettorato
I dati su cui lavorare sono questi. Per il resto le capacità politiche, di opposizione, di proposta sono tutte da dimostrare.



Paratico Futur@ ha vinto le elezioni . Forte della posizione di privilegio garantita dall’essere in Amministrazione con un Sindaco a tempo pieno ha saputo ripetersi pur con alcune perdite.
L’elettorato consolidato ha garantito il pieno di preferenze e si basa su uno zoccolo di circa 1000 voti



La lista ha tenuto soprattutto nel seggio 1 tradizionalmente favorevole a questa lista come al PD .


Nel seggio 2 hanno votato meno elettori che nel 2004 e la lista ha perso 171 voti



Nel seggio 3 dove i dati danno il maggior afflusso di nuovi votanti Paratico Futur@ ha perso 50 voti consentendo a Vivere Paratico un recupero di 227 voti.


A fronte di un numero di votanti di 2549 nel 2004 erano stati presi 1798 voti.
Nel 2009 con 2779 votanti la lista prende 1696 voti contro i 1009 di Vivere Paratico.


I voti persi sono quindi quantificabili in circa di 400


Paratico Futur@ non ha sbagliato l’operato politico amministrativo e nemmeno ha sbagliato strategia elettorale e tattica nelle elezioni. E quindi ha vinto


Cosa dovranno fare le forze politiche che compongono il panorama di Paratico:
A nostro parere tutti dovremo fare i conti con quello che si chiama “l’esercizio della ragione pubblica” e cioè con il fatto che la democrazia non si esprime solamente in termini di votazioni pubbliche ma nel concetto più ampio di partecipazione dei cittadini al dibattito politico con possibilità di influenzare le scelte da parte dell’opinione pubblica.



Amartya Sen, premio Nobel per l’economia riporta nel suo saggio “ La democrazia degli altri” concetti ampiamente condivisibili e applicabili anche in una piccola realtà come la nostra.



“.. il concetto fondamentale e definitivo di una democrazia deliberativa è quello della deliberazione stessa. Quando i cittadini deliberano, si scambiano le proprie opinioni e discutono…”
“ la democrazia deve assegnare un posto di primaria importanza alla garanzia di un dibattito pubblico libero e di interazioni deliberative nel pensiero e nella pratica politica non semplicemente attraverso e in vista di elezioni”
“ occorre evitare l’identificazione fra democrazia e governo della maggioranza.La democrazia ha esigenze complesse… e la garanzia di libere discussioni… la democrazia richiede un impegno costante
E infine “ la pratica della democrazia offre ai cittadini l’opportunità di imparare gli uni dagli altri, e alla società quella di formare i propri valori e definire le proprie priorità. Lo stesso concetto di” bisogno” richiede una discussione pubblica e uno scambio di informazioni… in questo senso la democrazia ha una funzione costruttiva.



Ecco, a tutti noi che esercitiamo politica a Paratico è chiesto di esercitare una funzione costruttiva.


Come Circolo di Paratico cercheremo di esercitare questa funzione nell’azione di raccordo fra istituzioni e società con l’impegno all’informazione al pubblico dibattito al confronto.


Certo il compito non è facile. C’è un congresso da costruire. Un circolo da consolidare. Un senso di appartenenza da creare. Si deve ritrovare il sentiero che conduce alla gente,le parole giuste e necessarie.
Si devono riannodare percorsi comuni. Si deve fare politica. Si deve cercare il modo di Amministrare sempre meglio.



Ma ,dentro e fuori le istituzioni, il bello della passione politica è proprio questo.




domenica 26 luglio 2009

PAESE E NAZIONE



Dopo una breve pausa riprende l'attività informativa nel sito del Circolo di Paratico del Partito Democratico.Anche in piena estate si possono trovare argomenti interessanti che possono diventare fonte di discussione o anche solo di riflessione personale

Tralaltro ogni post è commentabile e chiunque apra queste pagine è invitato a farlo.
E' in pieno svolgimento il dibattito precongressuale e a settembre anche il nostro Circolo avvierà il confronto e il dibattito interno che condurrà alla scelta della linea del Partito.


Ad ognuno la sua scelta e per questo motivo riportiamo i manifesti dei candidati perchè ognuno possa formarsi un opinione.


Per la parte dedicata alla stampa da non perdere segnaliamo un articola di Eugenio Scalfari in cui si evidenzia che non solo solo gli scandali cosidetti "privati" o la schizofenia fra "vizi privati e pubbliche virtù" a caratterizzare la vicenda politica del Presidente del Consiglio ma anche una gestione della cosa pubblica che non sembra in linea con i pronunciamenti del Governo.

Infine per la parte che riguarda direttamente Paratico alcune note sulla futura organizzazione del Circolo.




Nel mese di Agosto, notoriamente sonnolento e pigro sotto il profilo politico, approfitteremo della pausa per mantenere una promessa. Alcune settimane addietro abbiamo accennato alla storia della tanto decantata (a ragione) "Primavera di Paratico".



Sarà interessante ripercorre un pò la storia politica degli ultimi 20 anni del nostro paese rivelando episodi,curiosità e .. perchè no.. qualche piccolo segreto.
Partiremo dal 1992 per arrivare alla Primavera di Paratico.



Una serie di piccoli racconti da leggere al fresco mentre scorre la feria di Agosto.. nella migliore tradizione del giornalismo all'Italiana.





VERSO IL CONGRESSO


PROGRAMMA DI PIERLUIGI BERSANI






“Sono il candidato di nessuno che pensa ci sia bisogno di tutti”.

Penso a un«partito di combattimento» che non ha paura di «difendere le proprie idee», anche se questo dovesse significare affrontare una «traversata nel deserto». Pierluigi Bersani lancia la sua visione del nuovo partito democratico e ribadisce il suo appoggio alla candidatura di Walter Veltroni, anche se con Enrico Letta si «lavorerà in amicizia e contaminazione», e chiarisce subito di voler alzare lo sguardo rispetto alla politica contingente: bisogna dar vita, dice, ad un partito il cui orizzonte è «il prossimo secolo e non domani l'altro».
ALLEANZE E IDEE - «Il profilo programmatico del partito nuovo - dice Bersani, autore sull'argomento anche di un articolato documento intitolato «Idee per il partito nuovo» (■ Il testo integrale) - si rivolge con nettezza al paese e non incorpora le alleanze: le alleanze ci vogliono, ma un partito è a vocazione maggioritaria non se e quando diventa maggioritario, ma se e quando si mostra disposto ad attraversare il deserto in nome delle sue fondamentali idee».
LE RICETTE - Le ricette di Bersani sono note: lavoro, sviluppo, competitività che «sono tutte cose di sinistra che la sinistra deve tornare a reinterpretare». Serve insomma, «un partito delle riforme che colmi il solco tra politica e società, con le porte aperte, per smantellare quei meccanismi corporativi, familistici e localistici» che frenano. «Serve un partito del lavoro e della cittadinanza, un partito di popolo lasciando però il populismo alla destra».
PRESENTE E FUTURO - Nell'immediato, è la premessa, bisogna fare due cose: «sostenere e rafforzare l'azione di governo e rendere più compatta la sua maggioranza. E poi riflettere, tutti insieme, sulla costruzione di un partito che dobbiamo regalare al futuro e non schiacciare sul presente. Non obbediamo all'esigenza della politica sacrificando così l'orizzonte di quello che dovrà essere il partito del secolo».
IL PD E IL GOVERNO - Restando al contingente Bersani sottolinea che il Pd «non nasce per indebolire il governo, anzi se viene costruito nel modo giusto e le primarie saranno un successo, il 15 ottobre anche il governo Prodi starà meglio». Ma dietro l'angolo c'è il futuro, avverte, e non si può ignorare che esiste «un baratro tra la società e la politica», serpeggia «una forma di anarchismo nel profondo della società, chi è investito dalla competizione globale ha i nervi tesi».
POLITICA RIFORMATRICE - Nel discorso di Bersani ricorre più volte la necessità di una politica riformatrice: riforme che siano «ispirate da una visione del Paese e dalla capacità di ricavare dei propri valori di riferimento un avanzamento generale della società». Nessun arretramento sui valori della sinistra, però: i valori «di una nuova e grande sinistra democratica e popolare. La parola sinistra non deve essere lasciata incustodita, deve essere invece riempita di cose nuove. L'idea di uguale libertà e dignità di tutti gli esseri umani, può essere una spinta formidabile per l'avanzamento dell'intera nostra società».
ANTICHE CONQUISTE E NUOVI VALORI - «Se questo - aggiunge - non ci appare più tanto chiaro, è perchè abbiamo legato quella grande idea a simulacri e antiche conquiste che oggi non sempre incidono sulla realtà. Possiamo accettare che l'Italia sia, fra i grandi Paesi dell'occidente, quello con il grado minore di mobilità sociale e con la disparità maggiore fra i redditi? Mobilità sociale, società aperta e coesione sono un progetto che dobbiamo rassicurare nella coraggiosa concretezza di un programma». «Rinnovare i valori - conclude - significa tornare a coltivare nelle condizioni nuove i suoi grandi e storici campi d'azione: il lavoro e la democrazia».


MANIFESTO DI SOSTEGNO DARIO FRANCESCHINI

GUARDIAMO AL FUTURO DEL PAESE



BRESCIA PER FRANCESCHINI



Il congresso che si terrà l’11 Ottobre dovrà confermare le ragioni che hanno portato milioni di elettori a fondare il Partito Democratico.
Siamo fiduciosi che sarà un momento reale di crescita, soprattutto se si svolgerà all’insegna della trasparenza politica e programmatica, condizioni essenziali perché il confronto possa dare risultati positivi e duraturi.
La presentazione di più candidature alla guida del partito rappresenta senz’altro una ricchezza, a patto che un punto politico sia patrimonio comune di tutti i candidati e delle mozioni che presenteranno: non si può tornare indietro dal profilo politico e programmatico tracciato al Lingotto che ha permesso al Partito Democratico di ottenere poco meno del 34% dei consensi.
Sulla esperienza de L’Ulivo, ma oltre i limiti programmatici e di coalizione di quella stagione che sono stati particolarmente avvertiti nel Nord del Paese, si tratta di realizzare un nuovo Partito e non una mera alleanza tra diverse formazioni e culture politiche. L’Ulivo è stata un’esperienza importante, soprattutto nella sua prima stagione (risanamento e aggancio all’Euro), ma dobbiamo prendere atto che il PD è nato proprio per assicurare una prospettiva al riformismo italiano, che rischiava di essere travolto dall’implosione della maggioranza variegata ed eterogenea che ha sostenuto il secondo governo Prodi.
L’obiettivo è la realizzazione di un partito innovatore e riformista, che investe sulle nuove generazioni e ritiene il rinnovamento un processo decisivo, non un fastidio da rimuovere, per la costruzione del Partito Democratico.
Guardiamo al futuro, per offrire risposte adeguate ad un Paese provato dalla crisi economica e governato da una destra non all’altezza dei problemi da risolvere, perché incapace di puntare davvero sulla valorizzazione delle nostre risorse più autentiche.
Vogliamo contribuire alla costruzione di una Italia dinamica, capace di innovare e di investire sul futuro dei propri giovani: una società aperta, che assecondi la capacità di intraprendere dei ceti produttivi, valorizzi la centralità del lavoro ed assicuri l’universalismo dei diritti di cittadinanza, ivi compresa la sicurezza, in tutte le sue accezioni.
Dobbiamo costruire un partito radicato sul territorio ma aperto a tutti coloro che vogliano entrarvi per partecipare, e a coloro che vogliono esprimere (con le primarie) il loro pensiero in occasione delle scelte più importanti.
Riconosciamo nella candidatura di Dario Franceschini, nella attitudine unitaria, nel coraggio e nella tenacia, con cui in questi mesi difficili ha diretto il partito, la volontà e possibilità che il PD sia non la somma di ex, ma un partito con una propria identità politica e culturale, affinché non sia archiviato come una parentesi per ritornare al passato, ma sia veramente un investimento sul futuro.





MANIFESTO DI IGNAZIO MARINO


Come molti ragazzi della mia generazione preparavo gli esami di medicina in compagnia di un mito, un medico anche lui, Che Guevara, il cui sguardo spiccava sul poster appeso nella mia camera. Crescendo ho affiancato a quella immagine la foto di Enrico Berlinguer con i capelli scompigliati dal vento, pubblicata sulla prima pagina de l’Unità quando morì. In quegli stessi anni in cui si formava la mia coscienza di adulto, attraverso l’educazione familiare e lo scoutismo consolidavo le mie convinzioni di credente su principi che non escludevano la partecipazione al fermento sociale degli anni Settanta. Tempo dopo, vivendo e lavorando negli Stati Uniti, mi sono ritrovato a curare con il trapianto il fegato decine di veterani del Vietnam che si erano ammalati di epatite durante la guerra. Dai drammatici racconti di quei soldati contro i quali avevo manifestato da ragazzo, e dalle loro sofferenze di uomini, ho compreso meglio le responsabilità della politica, le colpe di governi che non esitano a manipolare la realtà e a privare della felicità le persone che, in genere, aspirano ad una vita serena e onesta.Il mondo è cambiato negli ultimi quarant’anni con una rapidità sconosciuta in precedenza: nel 1969 esistevano solo quattro computer collegati in una rete tra altrettante università americane. Oggi le persone che accedono a Internet sono più di un miliardo e gli studenti forse non sanno nemmeno cosa sia un poster perché scaricano le immagini dei loro miti dalla rete e le condividono con gli amici su Facebook. Però non è cambiata la loro aspirazione a costruire insieme un mondo migliore.Mi sono entusiasmato due anni fa quando milioni di persone, studenti e pensionati, lavoratori e casalinghe, in un clima festoso sono scesi nelle piazze italiane per partecipare in prima persona, con il loro voto, alla fondazione del Partito democratico. Fu un’esperienza straordinaria perché nasceva da una sentita esigenza di dare vita ad una grande forza democratica che avesse l’ambizione di governare il paese per modernizzarlo, strapparlo all’assenza di meritocrazia, alla corruzione dilagante, alla paura della diversità, eliminando l’abitudine a spacciare la furfanteria per competitività, ma soprattutto restituendo la speranza, la cui perdita in particolare tra i giovani, è l’elemento di disgregazione sociale più distruttivo che si conosca.L’originalità dell’idea e la sua audacia risiedevano nella convinzione di voler edificare un partito non funzionale a se stesso e alla propria classe dirigente ma costruito da persone di diversa estrazione e orientato ad ascoltare tutti sui grandi temi della nostra epoca. Un partito in grado di ricreare luoghi di incontro e di discussione, anche accesa: luoghi non per pochi che si riuniscono per parlare del paese ma per molti che vogliono parlare con il paese. Oggi spiace constatare con amarezza che la politica spinge il dibattito pubblico a imputridire su argomenti che nulla hanno a che vedere con le esigenze della società, mentre buona parte della classe dirigente eletta si balocca intervenendo a proposito di vicende irrilevanti o semplicemente fastidiose, chiusi in palazzi dove non giunge l’eco della vita quotidiana.Dove sono finiti i temi che riguardano la vita di ognuno? Il diritto al lavoro, ad un salario dignitoso, alla casa, la gestione dei rifiuti nelle grandi aree metropolitane, i treni per i pendolari, i cinquecento ospedali a rischio sismico, il milione di persone che ogni anno emigra dal sud per curarsi in un ospedale del nord, gli oltre 200 mila precari di una scuola sempre più povera, la giustizia senza risorse che costringe le persone nel limbo dell’incertezza? In Italia esiste una maggioranza che non vota centro-destra, che non frequenta le feste alla panna montata nei palazzi lussuosi, che si riconosce nei principi della solidarietà e dell’uguaglianza, ma che oggi si sente orfana e disunita in assenza di un interlocutore credibile, di un partito politico che si assuma delle responsabilità e sappia creare le alleanze essenziali per proporsi credibilmente al governo del paese. Non è un ragionamento scontato per me che, sino al 2009, non ho mai posseduto una tessera di partito anche per il disgusto che provavo, e provo, quando apprendo che qualcuno è diventato primario o impiegato all’aeroporto perché il politico giusto ha fatto la telefonata giusta. Eppure, mi sono convinto che la forza organizzata di un grande partito politico possa contribuire a raddrizzare le sorti di un paese zoppicante anche per quel che riguarda il rispetto delle regole democratiche.Purtroppo, dopo la campagna elettorale del 2008, l’intuizione iniziale si è arrestata di fronte ai limiti o ai timori di un gruppo dirigente che non ha saputo gestire la forza del cambiamento. La reazione è stata la chiusura, l’autoconservazione più che la sfida, in pieno stile gattopardesco, uno stile che oggi mostra tutta la sua debolezza e che rischia di ferire mortalmente quel che resta del progetto. La vicenda del testamento biologico è stata esemplare: la posta in gioco non era solo consegnare una legge laica al paese, attraverso la quale ognuno potesse fare una scelta in base alle proprie convinzioni o alla propria fede. Significava affermare il principio secondo cui uno stato laico deve sempre proteggere i diritti civili con norme che siano davvero rispettose degli orientamenti e della libertà di ciascuno. Non “diritti speciali”, ma diritti uguali per tutti, siano essi gli ammalati, le donne, le coppie di fatto, gli omosessuali o chiunque altro.Per questo il testamento biologico è stato la cartina di tornasole che ha dimostrato come la maggioranza della nomenclatura ha preferito una falsa unità, solo di facciata, piuttosto che dare una risposta chiara ad uno dei mille interrogativi che la modernità ci pone. E lo stesso accade per molti altri temi. Il Partito democratico ha mai discusso e poi stabilito una linea sull’opportunità o meno di tornare all’energia nucleare quando anche il Nobel per la fisica Carlo Rubbia ci ricorda che non esistono metodi sicuri per smaltire le scorie radioattive? E come si pone nei confronti di un paese nei fatti multietnico ma dove la cultura dell’integrazione è ancora un miraggio? Perché non si parla quasi mai del controllo che la criminalità organizzata esercita su parte delle attività produttive e dunque sull’influenza che ha sull’economia del paese? La mia risposta è netta: l’intuizione è stata giusta ma il percorso è sbagliato e perseverare nell’errore porta al fallimento.E’ necessario, non per il Partito democratico che io concepisco come strumento, ma per il paese ascoltare le persone, raccogliere le idee migliori, offrire opportunità a chi è pronto ad impegnarsi, favorire meccanismi che diano la certezza che pagare le tasse non significa sovvenzionare lo sperpero del denaro pubblico ma affidare a chi accetta di sottoporsi al pubblico scrutinio le risorse per migliorare la vita di tutti. Le persone che incontro nelle piazze, negli ospedali, nelle scuole, nelle aziende continuano a credere in questi valori, ma vogliono il confronto, chiedono di essere ascoltati perché non si fidano più di un progetto a scatola chiusa proposto da chi ha dimostrato di non essere più al passo con i tempi. I sostenitori del Partito democratico sono stufi, delusi, nauseati dalle incertezze e chiedono posizioni nette e trasparenti dove, come si legge nel Vangelo di Matteo, il sì è sì, il no è no, tutto il resto è del maligno. E se non si trova un accordo, o se vogliamo chiamarla una “mediazione alta”, su un tema specifico, io penso che tutto il partito debba esprimersi liberamente e poi esigere fedeltà alla linea decisa democraticamente dalla maggioranza: è un diritto che gli iscritti dovrebbero rivendicare e poi sarà compito dei dirigenti dirigere e conciliare. Perché se manca questo, manca l’efficacia dell’azione. E tutti sappiamo di quanto sia necessario in Italia abbandonare gli annunci e agire, agire, agire.Condivido questi sentimenti con moltissimi sostenitori del Partito democratico che in questo momento non si sentono pienamente rappresentati dai leader attualmente in campo e che mi chiedono di impegnarmi in prima persona. Per questo credo che il congresso debba servire soprattutto a fare chiarezza, a raccogliere una sfida e a dimostrare che è possibile cambiare, costruire attraverso il lavoro di persone giovani di spirito e solide negli ideali, appassionate, libere, visionarie ma determinate a far uscire dal tunnel della crisi economica e della mediocrità informe di chi lo governa, un paese conosciuto in tutto il pianeta per la generosità e l’intelligenza del suo popolo

Prof. Ignazio Marino chirurgo, senatore Pd






STAMPA DA NON PERDERE


Chi ha visto i 35 miliardisperperati dal Tesoro?
di EUGENIO SCALFARI


SONO molti, anzi moltissimi gli italiani che di fronte allo scandalo Berlusconi (non saprei chiamarlo altrimenti) rispondono: "A noi non importano i suoi vizi, privati o pubblici che siano; a noi importa che governi bene nell'interesse del paese e dei cittadini". Si può non essere d'accordo su questo modo di ragionare che reputa la coerenza morale come un "optional" al quale un personaggio pubblico può sottrarsi. Ma adattiamoci a questa diffusa indifferenza morale e seguiamo pure quel modo di ragionare: sta governando bene? Poniamoci solo questa domanda e cerchiamo di rispondervi con fatti e cifre. Il governo ha varato un nuovo decreto legge per contenere la crisi e ha presentato il bilancio di un anno e mezzo di attività. Possediamo dunque tutti i dati per rispondere e non sono dati controversi perché è lo stesso governo a fornirceli. Il deficit è arrivato al 5,2 ed è molto probabile che salga ancora. In parte questo pessimo risultato è dovuto a cause internazionali ma in altra parte è dovuto a cause esclusivamente interne e cioè all'andamento della spesa pubblica e delle entrate. La spesa è aumentata in un anno del 4,9 per cento. In cifre assolute si tratta di 35 miliardi di euro. Stiamo parlando di spesa corrente della Pubblica amministrazione. Come è stato possibile uno sfondamento di queste dimensioni che equivale ad una pesantissima manovra finanziaria? Voglio citare il commento che di questo sfondamento sorprendente ha fatto Romano Prodi in un articolo pubblicato sul "Messaggero" di mercoledì scorso: "Questo dato mette in evidenza una non prevista espansione della spesa ordinaria della pubblica amministrazione di fronte ad una preoccupante caduta degli investimenti. Tutto questo in presenza di una diminuzione del peso degli interessi sul debito pubblico per effetto della caduta dei tassi sui mercati internazionali. Davvero viene da pensare che qualche "fannullone" si sia dimenticato di esercitare il proprio compito di contenere la spesa corrente e indirizzarla invece verso gli investimenti necessari per sostenere lo sviluppo futuro del paese".
Io capisco che il nostro premier non voglia rispondere sulle veline, sulle "escort" e sul processo Mills. Ma qui stiamo ponendo a lui e al suo ministro dell'Economia una domanda di tutt'altra natura: che ne avete fatto di quei 35 miliardi di maggiori spese in un anno di vacche magrissime? In teoria ci potreste rispondere che quei miliardi li avete usati per "stimolare" l'economia. Invece no, neppure quello avete fatto. I denari freschi per stimolare o sostenere l'economia ammontano in tutto e per tutto in 3 miliardi, pari allo 0,2 per cento del prodotto nazionale lordo in confronto con il 3 per cento che è la media dei paesi Ocse. Dieci volte meno di tutti gli altri. Allora ripeto: che cosa ne avete fatto di quei 35 miliardi? Altre domande non meno stringenti potrebbero esser fatte. Per esempio sul piano-casa che prevede centomila alloggi per famiglie con basso reddito. I progetti saranno certificati da un professionista di fiducia del committente. Sono veramente necessarie queste case, con le quali il territorio sarà definitivamente devastato mentre esiste una quantità di case sfitte per le quali non c'è domanda di mercato? Un altro esempio riguarda la messa sotto schiaffo (nel decreto approvato venerdì dalla Camera) della Corte dei conti che il governo sta riducendo a un simulacro manomettendo i suoi poteri di controllo sulla pubblica amministrazione. Chi è il "fannullone operoso" che stravolge dall'interno il sistema delle garanzie dilapidando risorse al punto che bisognerebbe segnalarlo al ministro Brunetta per le opportune sanzioni? Può darsi che i molti che se ne infischiano delle veline, delle "escort" e del processo Mills se ne freghino anche della dilapidazione delle pubbliche risorse se non sono loro ad esserne toccati e anzi se per caso ne sono addirittura beneficiati. La comunità nazionale affonda ma i molti che appartengono alla vasta cerchia clientelare ne godono. Il rampante Tarantini è solo uno dei tanti e fa il nababbo tra la sua fattoria pugliese e la villa di Porto Cervo in prossimità di Villa Certosa. Non saranno certo lui e i tanti come lui a preoccuparsi del "fannullone" che sperpera a Roma. Però non c'è solo questo, il catalogo è lungo. Adesso faremo parlare Mario Draghi, governatore "pro tempore" della Banca d'Italia fino a quando i "fannulloni" non lo sbatteranno fuori perché sta diventando troppo ingombrante. * * * Parlando mercoledì scorso davanti alle competenti commissioni parlamentari il governatore ha sollevato un tema del quale finora sono in pochi ad essersi accorti nell'ambito delle istituzioni e quei pochi si sono ben guardati di renderlo oggetto di pubblico dibattito: l'usura nelle sue più varie forme, la penetrazione della mafia, della camorra e della 'ndrangheta nel tessuto imprenditoriale, specialmente nel settore delle aziende medio-piccole e piccole che hanno poca capacità di resistere alla crisi. Draghi ha lanciato un allarme rosso su questo fenomeno che sta penetrando massicciamente nel tessuto produttivo non solo sotto forma di racket o di prestiti usurari, ma anche di acquisto di aziende che non sono più in grado di sostenersi e che vengono utilizzate dalla criminalità come preziose stazioni di riciclaggio per capitali accumulati con il commercio della droga, gli appalti di favore e l'usura vera e propria. Interrogato sull'efficacia dei controlli per impedire l'estendersi del fenomeno, il governatore ha detto a chiare lettere che i controlli esistenti sono assai poco efficaci e andrebbero rapidamente revisionati. Interrogato anche sullo scudo fiscale (che verrà istituito con il decreto in corso di approvazione parlamentare) e sui suoi probabili effetti negativi sul riciclaggio di capitali, il governatore, molto prudente nel pronunciarsi su una legge in corso di approvazione, ha tuttavia manifestato un aperto scetticismo sui controlli che lo scudo prevede per impedire il riciclaggio di capitali mafiosi. Ha osservato che in altri paesi che hanno fatto ricorso in questi mesi a provvedimenti analoghi non è stato concesso l'anonimato a chi decide di far rientrare capitali, non sono state abbonate le tasse evase ed è stata prevista una rigorosa certificazione sull'origine dei predetti capitali. Nulla di simile è contenuto nella normativa predisposta nel decreto, sicché il rischio che capitali di origine criminale rientrino in Italia beneficiando per di più della robusta sanatoria che il decreto prevede, è ampiamente incombente. All'allarme di Draghi si sono associate le parti sociali e in particolare la Confindustria, i commercianti, gli artigiani e l'associazione bancaria Abi. Ma le questioni sollevate dal governatore non si limitavano all'usura e al riciclaggio. Riguardavano anche le norme previste nel decreto sulle banche. Si è infatti scoperto che alcuni articoli della legge imponevano alle banche misure molto pesanti che rischiavano di incepparne seriamente il funzionamento. Il governo (i soliti "fannulloni") non se ne erano evidentemente resi conto, ma sotto le energiche proteste dell'Abi e della stessa Confindustria, ha deciso di annullare quelle disposizioni rinviando di 48 ore il voto di fiducia. Intanto si è saputo che le "sofferenze" bancarie, cioè i crediti che i debitori non sono più in grado di restituire, sono aumentate in questi mesi del 125 per cento rispetto al periodo precedente e tutto fa prevedere che continueranno ad aumentare con ritmi ancor più intensi. La conseguenza inevitabile è una valutazione ancor più rigorosa del merito del credito, specie nel settore delle imprese medio-piccole, le più bisognose di sostegno. * * * Parole che direi definitive sono state dette in proposito dall'amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera, nell'intervista pubblicata venerdì sul nostro giornale. La fonte è insospettabile per oggettività politica e prudenza di giudizi: Passera è il banchiere che ha voluto e finanziato la nuova Alitalia, così come aveva voluto e finanziato la nuova Telecom senza più il controllo di Tronchetti Provera. Ed è quello stesso banchiere che ha già stipulato con Confindustria il finanziamento delle Pmi con una linea di credito complessiva di 500 miliardi di euro. Ed ecco il suo giudizio sulla situazione e su ciò che ci aspetta a partire dal prossimo settembre. "Oggi produzione, fatturato interno, export e investimenti sono tutti in drammatico calo. Ciò che è stato fatto finora è nella direzione corretta, ma affinché queste misure abbiano effetto ci vuole molto di più di fronte ad una recessione di tale gravità. L'Italia ha ritardi infrastrutturali gravissimi. L'efficienza del sistema-paese è il nostro vincolo più grave e poi lo scarso dinamismo della società che viene da fattori che ci vedono in fondo a tutte le classifiche mondiali: mobilità, meritocrazia, capacità decisionale. Qui c'è il nostro problema maggiore che logora non solo l'economia ma anche la democrazia". Più prudente ma più chiaro e più sincero di così...! * * * La Lega punta sul federalismo ed ha la capacità politica di imporlo a Berlusconi. La Lega è in grado di ricattare politicamente Berlusconi così come una qualunque "escort" è e sarà in grado di fare su tutt'altro piano. Tra i due tipi di ricatto, così diversi tra loro, c'è tuttavia un nesso evidente che dimostra appunto la ricattabilità del premier. Le conseguenze sul piano della governabilità sono sotto gli occhi di tutti. I dati e i giudizi sopra riportati sono anch'essi sotto gli occhi di tutti e c'è anche sotto gli occhi di tutti la necessità di quello che Corrado Passera ha chiamato uno "shock positivo", cioè un'immediata politica di rilancio che contenga la gravissima recessione che non sta affatto alle nostre spalle ma davanti a noi. Se lo shock positivo non ci sarà - e non c'è alcun segno che possa arrivare in tempo utile - avremo uno shock negativo che un paese economicamente prostrato e politicamente imbambolito non è in grado di fronteggiare. Il premier e i suoi sodali del partito guidato dall'avvocato Ghedini non sembrano rendersene conto e daranno priorità ad una dissennata riforma della giustizia che provocherà una traumatica torsione istituzionale. La Lega dal canto suo vorrà portare a casa quanto più potrà di federalismo e di barriere anti-immigrazione e soprattutto anti-integrazione. Sono due mine vaganti ad altissimo contenuto esplosivo e questo spiega le preoccupazioni del presidente della Repubblica e nell'ambito del centrodestra del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Occorrerebbe arrestare qui ed ora questa deriva. Non è un complotto politico né un catastrofismo perverso e infondato, ma una lucida visione dei fatti. L'esito è nelle mani degli italiani se sapranno essere all'altezza del compito.



ORGANIZZAZIONE DI CIRCOLO

Molte sono le questioni organizzative affrontate nell'ultimo direttivo di Giugno. A partire dal mese di Settembre si darà inizio alla fase operativa di organizzazione del Partito sia a livello territoriale che di incarico legato alle questioni di amministrazione locale

Nel mese di Agosto ,approfittando della pausa politica estiva, si concretizzerà la manutenzione del sito di Circolo. Il progetto è dar vita ad uno strumento che possa contemporaneamente essere una piazza telematica dove incontrarsi e discutere, uno spazio informativo della vita del Comune edell'Amministrazione ed un punto di incontro con le donne e gli uomini del PD impegnati in Amministrazione. Come ?

· ·Il sito sarà suddiviso in tre sezioni
· 1.1 Informazione di quanto succede in paese con commento
· 1.2 Informazioni generali di politica italiana e estera con articoli presi da stampa
· 1.3 possibilità di inserimento di video e link correlati

· 2.1 Inserimento mediante scanner di documenti (delibere, volantini ,giornalini e volendo delle riprese del Consiglio comunale)

· 2.2 Inserimento del sito dei nostri consiglieri (con possibilità di interloquire)

· 2.3 attività della delegazione PD che si interfaccerà con l’amministrazione comunale

· 3.1 creazione di un blog interattivo che diventi punto di riferimento per Paratico

In questo modo crediamo sarà possibile informare sull'attività del Partito e nel contempo creare uno spazio di servizio utile a tutti i cittadini di Paratico







lunedì 13 luglio 2009

STAMPA DA NON PERDERE


Ci mancava solo Grillo


Siamo seri, e rigorosi, nei limiti che si può fare in una scrittura giornalistica e non filosofica. Il problema del potere, delle oligarchie e il problema della democrazia interna in un partito, del suo ruolo, della capacità progettuale e di opposizione, è serissimo. Ed è serissimo non tanto perché i partiti non siano in grado di elaborare progetti e strategie, questo è falso, ed è anche una grande panzana: sia Dario Franceschini che Pierluigi Bersani hanno progetti e strategie, ma perché la temperatura "percepita" di capacità e progettualità dagli elettori e dagli iscritti e sostenitori, è decisamente bassa, e quasi trascurabile.Questo perché il paese si è berlusconizzato a sinistra, purtroppo: e nel dire che si è berlusconizzato a sinistra intendo un'incapacità culturale, intellettuale e profondo nel capire le dinamiche profonde della politica e del potere. Le dialettiche - e la parola un tempo aveva ben altra nobiltà - nuovo e vecchio, il rimarcare il fatto che a sinistra c'è un vuoto, il volere a tutti i costi cercare un leader con caratteristiche che hanno ben poco a che fare con la serietà della politica sono ormai appannaggio del popolo della sinistra in modo diametralmente opposto, ma ugualmente efficace, a quello del centro destra.Allora cresce la voglia di antipolitica, di anti-apparato, di mettere in gioco strali di vario genere, di rimpiangere il tempo che fu, quando c'era che ne so, il compagno Di Vittorio che arringava i lavoratori. Nessuno capisce che il tema della crisi dei partiti socialdemocratici in Europa, è davvero serio, che la degenerazione inquietante della stampa e dell'informazione produrrà danni notevoli, e produrrà danni notevoli questo bisogno onirico-politico tutto di sinistra, e assai lagnoso, dove il sogno, il concetto di futuro, l'idea di speranza, di consapevolezza, l'etica dello stato, il concetto vergognosamente involgarito della società civile, non sono altro che etichette incollate dove capita, ma prive di consistenza. Solo sui temi etici, il dibattito si fa lievemente più serio, ma questo perché c'è di mezzo la disperazione e la vita delle persone comuni.Ora tocca ritrovarsi di nuovo Beppe Grillo, un comico con blog annesso che si vorrebbe candidare alla segreteria del Partito Democratico. Naturalmente dicendo da subito che non saprebbe neppure come farlo. Non vado oltre. La notizia è quella che è, ma in questo modo non si va davvero lontano

sabato 11 luglio 2009

VERSO IL CONGRESSO


Tesseramento - Richiedi l'iscrizione al Partito Democratico

Per poter esercitare i diritti di voto ai fini congressuali è necessario ritirare la tessera presso il proprio circolo territoriale o d'ambiente, o in caso di difficoltà presso il relativo Coordinamento Provinciale, entro e non oltre il 21 luglio 2009
C'è, nei sogni di noi tutti, un paese diverso, moderno, efficiente, civile dove le regole della democrazia valgono e vengono rispettate. Realizzarlo è possibile. Si tratta di volerne sostenere l'onere con l'impegno personale e collettivo, mettendo a tacere quel dubbio che spesso si agita in ciascuno di noi, e che ci fa chiedere: ne vale la pena? Sì, ne vale la pena. Aderisci al Partito Democratico. La differenza la fai tu


Per partecipare al percorso congressuale, a partire dalle assemblee di circolo, è necessario registrare l'iscrizione al Partito Democratico entro la data del 21 Luglio.

Una ragione in più per aderire al Partito

Per chi volesse iscriversi in questi giorni ricordiamo che è possibile contattare i componenti del direttivo.

Boni Tiberio

Poli Renato

Sacchini Marco

Bianchi Paolo

Fabrizio Ferrari

Tinti Sandro

Selogni Mariella

Liborio Leda

Diagne Gane Samba

Olivari Cesare

Ferrari Giuseppina

mercoledì 8 luglio 2009

IN GIRO PER IL PAESE

DIMENTICANZE



IN GIRO PER IL PAESE






UN OCCHIO SUL SITO WEB DEL COMUNE






Si è festeggiato oggi il primo minicompleanno della nuova amministrazione. E' certo motivo di orgoglio per i nuovi Consiglieri di Maggioranza e di Opposizione vedere i propri nomi nelle pagine ufficiali degli organi di informazione comunale. In fondo è anche da queste piccole cose che si valuta la prontezza della macchina amministrativa.



Il cittadino di fuori Paratico che distrattamente consultasse il sito web del Comune di Paratico e volesse comunicare con il primo cittadino scoprirebbe che il Sindaco è.. Carlo Tengattini (tralaltro nella foto del sito ancora con i capelli tutti neri)

che l'Assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione è Mariella Smiroldo e all'edilizia c'è Fabrizio Ferrari ,che in Consiglio Comunale il Capogruppo dell'opposizione è ancora Tullio Tengattini ed in Consiglio ci sono Pierantonio Bonera ,Elisabetta Foresti e Poli Gianpietro.

Il passato che ritorna e si materializza sottoforma di questi nomi vetusti ?
La macchina del tempo ci ha riportato indietro e le cose non sono cambiate ?

No.. probabilmente non è stato fatto un piccolo passo in avanti. Nessuno ha ancora aggiornato il sito..operazione apparentemente facile.

Nonostante il calore estivo crediamo sia possibile questo piccolo sforzo. Cosi...per far vedere al cittadino di fuori Paratico che distrattamente consultasse il sito web che il 6 e 7 Giugno anche a Paratico si è votato.



STAMPA DA NON PERDERE


Il boomerang del G8



Sta accadendo tutto assieme, con una precisa dinamica, che solo la nebulosità di parte della stampa italiana non riesce a vedere. Quello che si ripete da quasi un mese, che siamo vicini a una scossa che creerà un problema istituzionale e serie difficoltà al premier Silvio Berlusconi, è del tutto evidente. E non si tratta dell'ennesima intervista, all'ennesima ragazza barese e zone limitrofe, che ci tocca leggere quasi ogni giorno. E neppure le dieci domande al premier che servono assai a poco.Procediamo, con ordine, e a ritroso. Intanto: la questione morale è importante nella caduta libera di Berlusconi, ma non è determinante. I vescovi hanno attaccato indirettamente il premier, il mondo cattolico è in parte disgustato, ma tutto questo non basta ancora a metterlo in difficoltà. Se poi usciranno dettagli e fatti ancora più imbarazzanti sarà tutta un'altra storia. Leggere la caduta libera di Berlusconi associandola alle storie di villa Certosa e di Casoria, è un errore. La crisi di Berlusconi è una crisi di sistema infinitamente più grave. Sta innanzi tutto nella capacità che ha avuto di trasformare un paese con un ruolo internazionale autorevole, in un paese privo di peso, e incapace di svolgere il suo ruolo internazionale in un modo serio e rigoroso.Quello che ha scritto il "Guardian" sul G8, smentito da Frattini, è sicuramente vero nella sostanza, indipendentemente dal fatto che gli sherpa si siano riuniti per il G8 o per il G20. Mancanza di progettualità, totale improvvisazione, e un'agenda poverissima fa riflettere sul fatto che siamo nel G8 senza meritarlo affatto. Senza avere più il know how sufficiente. Questo è una cosa chiara a tutti. E non è un caso che qualcuno, leggi in primis Obama, voglia sostituirci con la Spagna. Forse nessuno lo ha ancora detto ufficialmente ma il nostro ministro degli Esteri non può non sapere che negli ambienti della diplomazia internazionale se ne parla, e ormai da qualche mese.Ieri Obama e Medvedev hanno siglato un accordo storico. Costretti a farlo a Mosca, per evitare l'invadenza fuori luogo di Silvio Berlusconi. La visita negli Stati Uniti di Berlusconi è stato poco meno di un tè frettoloso, e privo di qualsiasi importanza. In compenso importante era invece la visita, sconcertante per gli osservatori internazionali e italiani, del colonnello Gheddafi. E soprattutto fortemente imbarazzante la quantità di affari che Gheddafi farà con l'Italia. In primis con Finmeccanica, che ha un ruolo strategico e militare noto a tutti.Ora, una cosa è chiara. L'amministrazione Obama, non considera Berlusconi né un amico, e tantomeno un partner affidabile. Esattamente l'opposto di quanto faceva Bush. Ma soprattutto gli altri membri del G8 considerano l'Italia un paese che non ha più i numeri, quelli veri, quelli economici, oltre a quelli culturali, per stare tra i paesi che nel mondo contano davvero. Su questo tessuto politico, economico e culturale si innesta tutto l'armamentario delle feste, delle fotografie, della rivalità con Murdoch, che ovviamente non può che augurarsi la caduta di Berlusconi. Se Berlusconi non fosse responsabile diretto della decadenza e del ridicolo in cui è scivolato il nostro paese, probabilmente le sue feste con "Meno male che Silvio c'è", rimarrebbero qualcosa di sgradevole e poco più. Il punto è che Villa Certosa, feste e compleanni di minorenni, sono il corollario di un modo di muoversi sullo scenario internazionale che lascia fortemente perplessi.Così questo G8 di Coppito rischia di diventare un boomerang per il governo come non ce ne erano mai stati. E non perché potranno uscire fotografie di paparazzi, ma sarà palese tutta la nostra inconsistenza. Se così sarà, come è probabile che sia, i conti si faranno presto.

domenica 5 luglio 2009

IN GIRO PER IL PAESE

Negli appuntamenti di questo sito, oltre alle informazioni sugli atti dell' Amministrazione ed ai riferimenti di politica nazionale ed internazionale vogliamo inserire anche questa rubrichetta. Uno sguardo curioso, disincantato, attento e.. affettuoso alla vita del paese




IN GIRO PER IL PAESE


UN OCCHIO SU PARATICO



ARIA D'ESTATE


Come sempre dopo le elezioni la vampa di interesse verso la politica,seppur paesana, lascia spazio alla piu naturale vampa di calore dell'estate. Sembra che l'attenzione e la passione si condensino tutte nella sfida elettorale e una volte esaurito lo scontro quel che succede poi non rientri nel gradimento del cittadino


L'adrenalina dello scontro lascia spazio ad un periodo di tranquillità. O forse anche in paese la democrazia attenta e partecipativa è sostituita da una più comoda e meno impegnativa democrazia della delega.
Fatto il Consiglio, attribuiti gli assessorati, posticipate per il momento le Commissioni Comunali il paese e suoi rappresentanti entrano in quel particolare periodo dell'anno dove la macchina comunale prosegue per moto proprio e si attende la ripresa di Settembre per mettere in movimento tutto.




Per il momento il massimo dell'attenzione sulla vita politico amministrativa è concentrato sulla fonte dell'acqua di fronte alla farmacia, sulla mancanza di anidride carbonica che mineralizzi l'acqua riempendola di bollicine (già si sentono i commenti... è finita la bombola e nessuno la sostituisce ).

Aria di estate.

La politica in questi giorni caldi (ma solo di termometro fisico) è tutta qui.

CARRIERE FULMINANTI ALL'OMBRA DELLA CALIGOLITE




Nell’Italia di Silvio Berlusconi c’è spazio anche
per storie straordinarie. Essere giovani
e avere delle capacità in unPaese anziano
può essere frustrante. Una condizione che è
all’origine della «fuga dei cervelli». Non di tutti i
cervelli, però. Per una ragazza campana, per
esempio, le cose sono andate diversamente.
Francesca Crispino ha 23 anni e tanta voglia di
diventare una giornalista. Ma è dura. Poi, circa
un anno fa, le si presenta un’occasione degna della
storia di Forrest Gump: sta facendo compere in
un negozietto di bigiotteria del Corso Vittorio, a
Roma. Improvvisamente entra il presidente del
Consiglio. Lei gli parla e gli rivela il suo sogno:
lavorare nell’informazione istituzionale, magari
a Palazzo Chigi. Il premier immediatamente ordina
alla scorta di accompagnare la giovane donna
dai responsabili comunicazione del suo staff e,
come per incanto, il sogno di avvera: in un baleno
Francesca Crispino ha una scrivania nell’ufficio
stampa di Palazzo Chigi. Qualche giorno fa in
tanti hanno potuto vederla. Nella copertina dell’Espresso,
sullo yacht di Berlusconi, in una foto
che immortala le vacanze presidenziali dell’agosto
del 2008. È la prima a destra, la sola a poter
dire di essersi trovata là per motivi di lavoro.
Cosa abbia detto al premier per convincerlo
delle sue capacità lavorative non è noto. Il curriculum
non sembra in grado di spiegare il suo
exploit. Oltre che su Facebook, ha pubblicato il
suo profilo sul social network professionale
Linkedin, ma annovera una sola esperienza: «Ufficio
stampa della presidenza del Consiglio dei
ministri». Insomma, nemmeno venti minuti di
colloquio con il Cavaliere in un negozietto del
centro e si entra nella stanza dei bottoni.
La signorina Crispino accompagna il premier
in ogni viaggio. Di certo non dimenticherà mai
il suo esordio tra i grandi del mondo, durante il
vertice del G8 a Tokyo, poche settimane dopo il
suo primo giorno di lavoro. Haaccompagnato il
premier anche al G20 di Londra, fino a varcare,
lo scorso 15 luglio, la soglia della Casa Bianca
per l’incontro con Obama. E adesso è attesa alla
prova più difficile, il grande esordio al G8 dell’Aquila.
Gli invidiosi nel Pdl, non solo tra i finiani,
aumentano. E parlano di una sindrome sempre
più manifesta: la «caligolite».

sabato 4 luglio 2009


DOPO FRANCESCHINI E BERSANI UNA TERZA CANDIDATURA PER LA GUIDA DEL PD


Dunque Ignazio Marino è sceso in campo. Un «terzo uomo» corre alla segreteria del Partito democratico accanto a Franceschini e a Bersani. È un outsider, non solo perché la sua storia professionale - è un chirurgo di fama internazionale - è ben più lunga e più ricca di quella politica. Lo è, soprattutto, perché la sua breve storia politica non affonda le radici nelle organizzazioni fondatrici.
È ancora presto per un bilancio, ma dai primi segnali non si può dire che la sua discesa in campo sia stata accolta con una standing ovation. Franco Marini, uno dei padri nobili del partito, ha manifestato con franchezza il timore che questo «terzo uomo» determini una radicalizzazione dello scontro interno. In generale tra gli ex popolari si è diffusa la preoccupazione che lo scienziato Ignazio Marino sposti l'asse culturale del Partito democratico sul tema della laicità facendone non una «condizione» ma un «contenuto» dell'agire politico (così Pier Luigi Castagnetti). Di certo la candidatura di Marino non avrebbe suscitato queste preoccupazioni (e forse non ci sarebbe nemmeno stata) se, per esempio, il Pd fosse stato in grado di assumere una posizione chiara sul tema del testamento biologico. Né se lo stesso Marino - nel pieno del caso di Eluana Englaro - non fosse stato sostituito come relatore di minoranza nella discussione della legge.Dunque non c'è alcun dubbio che lo scontro interno possa radicalizzarsi. D'altra parte, in questi ultimi giorni - e Marino ancora non era candidato - abbiamo assistito ad asprezze dialettiche e anche a colpi bassi che già sono stati abbondantemente utilizzati ed enfatizzati dai telegiornali e dalla stampa di destra. La prospettiva di trascorrere così i quattro mesi che ci separano dal congresso fa rabbrividire. E, prima di ogni altra cosa, c'è da augurarsi che tutti - «giovan»i e «vecchi» - dedichino le loro energie al dibattito sui contenuti e sulle regole, anziché sulle persone. L'alternativa è, chiunque vinca, una vittoria amara e, in definitiva, il fallimento o la mutilazione del progetto.
Un primo passo in questa direzione costruttiva sarebbe leggere per intero il «manifesto» di Ignazio Marino. In particolare la parte finale: «Il fiume deve scorrere dentro gli argini e ogni persona per contare si deve iscrivere al Partito democratico e partecipare con il proprio voto alla fase congressuale, e scegliere il candidato». In altre condizioni sarebbe un'assoluta ovvietà. Un tale si candida alla segreteria di un partito e lancia un appello affinché la gente si iscriva. Ci mancherebbe altro. Se non fosse che, nello specifico del Partito democratico, quell'appello dice una banale verità. Dice che c'è una parte del Pd (dei suoi potenziali elettori, dei suoi potenziali futuri dirigenti) che ancora non ha trovato la porta d'ingresso. Ha un forte potenziale non simbolico a questo proposito il sostegno a Marino che viene da Pippo Civati e dei giovani del Lingotto.E dunque apriamo, spalanchiamo, quella porta. E litighiamo, anche ferocemente, ma come si litiga tra fratelli. I nemici sono altrove. Non possiamo permetterci di essere nemici di noi stessi.

venerdì 3 luglio 2009

VERSO IL CONGRESSO



AL VIA LE OPERAZIONI CHE CONDURRANNO
AL CONGRESSO DEL PARTITO DEMOCRATICO
E ALLA ELEZIONE DEL SEGRETARIO NAZIONALE


L'ASSEMBLEA DEL CIRCOLO ENTRO IL 30 SETTEMBRE



REGOLAMENTO PER L’ELEZIONE DEL SEGRETARIO E DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE

estratto....


Articolo 4
(Modalità di svolgimento delle riunioni di Circolo)
1. Le riunioni di Circolo si svolgono non oltre il 30 settembre.
2. Partecipano con diritto di parola e di voto alle riunioni di Circolo (territoriale e di
ambiente) e possono essere eletti negli organismi dirigenti o di garanzia, nonché
essere delegati ad una Convenzione di livello superiore, tutti gli iscritti al partito
regolarmente registrati alla data del 21 luglio 2009.
3. Gli iscritti ai Circoli on line, regolarmente registrati, hanno diritto di partecipare con
diritto di parola e di elettorato attivo e passivo alle riunioni dei Circoli territoriali o di
ambiente da essi indicati all’atto dell’iscrizione come sede di esercizio dei propri diritti,
ai sensi dell’art. 14, comma 2, dello Statuto.
4. In apertura delle riunioni di Circolo, su proposta del segretario del Circolo stesso, viene
costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di
assicurare il corretto svolgimento dei lavori e che garantisca la presenza di almeno un
2
rappresentante per ciascuna candidatura. Fa parte della Presidenza un membro della
Commissione provinciale o un suo delegato esterno alla stessa che è tenuto ad
assistere ai lavori della riunione, con funzioni di garanzia circa il regolare svolgimento
dei lavori.
5. In apertura delle riunioni di Circolo vengono presentate le linee politiche collegate ai
candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione, entro un
tempo massimo di 15 minuti.
6. Le modalità e i tempi di svolgimento delle riunioni di Circolo devono garantire la più
ampia possibilità di intervento agli iscritti.
7. Le riunioni di Circolo sono aperte alla partecipazione di elettori e simpatizzanti del
Partito Democratico.
La Presidenza dell’assemblea, sulla base dei tempi e delle
modalità concrete di svolgimento della riunione, valuta la possibilità di dare la parola
anche agli elettori e ai simpatizzanti che ne facciano richiesta.
8. Nel corso dello svolgimento della riunione, ed entro un termine fissato dalla
Presidenza, vengono presentate le liste dei delegati alla Convenzione provinciale,
collegate alle candidature alla Segreteria nazionale. Nella sua composizione ciascuna
lista deve rispettare i principi dell’alternanza di genere. Possono essere delegati anche
iscritti appartenenti ad altri Circoli della stessa Provincia. È possibile presentate più
liste di delegati collegate allo stesso candidato alla Segreteria nazionale: in questo
caso il presentatore della mozione nazionale dovrà autorizzarle.
9. La convocazione della riunione deve essere spedita a tutti gli iscritti al circolo almeno
5 giorni prima dello svolgimento, e deve indicare il giorno e l’ora di inizio della riunione,
il programma dei lavori e l’orario di avvio e di fine delle votazioni,
che dovranno durare
non meno di una e non più di sei ore consecutive da collocare in orario di norma non
lavorativo e dunque di preferenza dopo le ore 18.00 o nel fine settimana. La votazione
avviene assicurando la segretezza e la regolarità del voto. Lo scrutinio è pubblico e
viene svolto dalla Presidenza immediatamente dopo la conclusione delle operazioni di
voto.

INFOCOMUNE



IL LAVORO DEL CONSIGLIERE


Nelle attribuziioni delle deleghe al nostro Consigliere Comunale Bianchi Paolo è stata affidata quella al Consorzio gestione laghi di Iseo,Endine e Moro. Oltre a partecipare come membro di diritto alle assemblee consortili si occuperà anche della salute ambientale del lago nell'ambito anche della collaborazione con l'Assessorato all'Ambiente.

Chi volesse formulare domande, fare proposte ,partecipare alle attività che saranno organizzate dal Partito Democratico in tema di ambiente può farlo anche usando il sito del PD,inviando commenti o attraverso l'indirizzo email pdparatico@virgilio.it


CONSORZIO GESTIONE ASSOCIATA LAGHI D'ISEO, ENDINE E MORO Scopi del Consorzio
Il Consorzio ha come scopo:
La gestione associata delle funzioni conferite ai Comuni dalla L.R. N. 22/98, e specificate nell’art. 3 dell’accordo di programma stipulato con la Regione Lombardia, e dalla sua conseguente attuazione.
La promozione di tutte le iniziative utili a favorire una gestione a livello di bacino lacuale delle problematiche legate al demanio delle acque, alla navigazione interna e allo sviluppo delle attività a queste collegate secondo gli indirizzi stabiliti dall’Assemblea del Consorzio.Il Consorzio può svolgere ogni attività collaterale o collegata con lo scopo principale. Tra queste, il Consorzio si impegna a favorire la promozione turistica finalizzata alla valorizzazione del bacino lacuale ed alle aree circostanti con particolare riferimento allo sviluppo turistico ed economico dei laghi d'Endine e Moro.
Il Consorzio può svolgere, per affidamento degli Enti partecipanti o di altri Enti, la gestione di altri servizi e funzioni.
Il Consorzio può eseguire qualsiasi attività che abbia relazione o attinenza con lo scopo sociale e che sia comunque ritenuta utile per il miglior raggiungimento della finalità sociali.
Il Consorzio può costituire od assumere partecipazioni in società o Enti aventi scopi analoghi od affini a quelli del Consorzio per lo svolgimento di attività collaterali o complementari all'attività principale per le quali sia opportuna l'associazione con altri soggetti pubblici o privati.
Comuni consorziati
Comune
1
Angolo Terme
BS
2
Castro
BG
3
Costa Volpino
BG
4
Darfo Boario Terme
BS
5
Endine Gaiano
BG
6
Iseo
BS
7
Lovere
BG
8
Marone
BS
9
Monasterolo del Castello
BG
10
Monte Isola
BS
11
Paratico
BS
12
Parzanica
BG
13
Pisogne
BS
14
Predore
BG
15
Ranzanico
BG
16
Riva di Solto
BG
17
Sale Marasino
BS
18
Sarnico
BG
19
Solto Collina
BG
20
Spinone al lago
BG
21
Sulzano
BS
22
Tavernola Bergamasca
BG
Legale rappr.:
Tobias Faccanoni Ing. Giuseppe
Sede:
P.zza Freti - Sarnico (BG)

giovedì 2 luglio 2009

FESTA ZONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO







DAL 2 LUGLIO AL 12 LUGLIO NELL'AREA ANTISTANTE IL CASELLO AUTOSTRADALE DI ROVATO SI SVOLGE LA FESTA ZONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO

STAMPA DA NON PERDERE


Io oblio, tu taci, egli auspica
Il Senato sta per approvare la legge bavaglio-guinzaglio per la cronaca giudiziaria e per le intercettazioni della magistratura. L’on. Carolina Lussana (Lega Nord) prepara il bavaglio anche per Internet, vietando di pubblicare persino le condanne dopo un po’ di anni in nome del “diritto all’oblio” (l’ideale, nel paese dei senza memoria). Il ministro Tremonti, dopo aver giurato “mai più condoni”, apparecchia l’ennesimo condono per i grandi evasori camuffato da ”scudo fiscale”, che poi è un’operazione di riciclaggio di Stato: chi ha accumulato soldi sporchi all’estero (perché guadagnati con traffici di droga, armi, persone o perché sottratti al fisco) potrà farli comodamente rientrare pagando una tassa del 4-6% anzichè del 45%. Così lo Stato farà concorrenza alle “lavanderie” criminali, che per 100 euro sporchi ne restituiscono 50-60 puliti (lo Stato, invece, ne restituirà 94-96). A Bari non passa giorno senza che emergano nuove porcherie nella Puttanopoli di Al Tappone e dei suoi amici papponi e/o spacciatori. Il premier, fra una escort e l’altra, partecipa a simpatiche cenette con giudici costituzionali che dovranno valutare la costituzionalità del Lodo Al Fano che gli regala l’impunità, alla presenza dello stesso Al Fano e del solito Letta. Il governo del malaffare affida i lavori per la prima “new town” nell’Abruzzo terremotato al socio di tre soci del mafioso don Vito Ciancimino. E nessuno dice niente. A parte il capo dello Stato, che comprende “le ragioni dell'informazione e della politica”, ma auspica “una tregua nelle polemiche fino al G8”. Che cos’è, uno scherzo?